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GIUSTIZIA E DIGNITA'
PER L'ALPINO ROBERTO GARRO


OVVERO...

...STORIA DI UN SOLDATO TRADITO...

PROLOGO
  

IL GIURAMENTO
  
 
Autori di questo memoriale, siamo Angelo Garro e Annamaria Cremona, genitori dell'alpino Roberto Garro partito il 15 ottobre 1997 per quel servizio costituzionale che era il Servizio di Leva obbligatorio presso la caserma "Salsa" di Belluno e subito dopo destinato alla Caserma "Manlio Feruglio" di stanza a Venzone UD - 14° Reggimento Alpini, Battaglione "Tolmezzo" della Brigata Julia, 6° Compagnia, 10° Scaglione 1997, dove prestò Giuramento alla Repubblica il 22 novembre dello stesso anno, ma deceduto 7 mesi dopo in un evento mai chiarito a Ospedaletto di Gemona il 9 giugno 1998, insieme ad altri tre commilitoni, tutti in servizio di leva ed a un mese dal congedo; tranne che per nostro figlio, il quale aveva presentato ed ottenuto ulteriore ferma di altri 12 mesi quale Volontario a Ferma Breve, solo due giorni prima della Sua prematura scomparsa.

Questo luttuoso e tragico avvenimento, sarebbe sicuramente passato sotto silenzio e del tutto inavvertito, se una serie di cose dette e fatte;
e ci riferiamo a menzogne e soprusi, compresa una prima vera e propria intimidazione da parte di alti ufficiali niente affatto gentiluomini (dopo ne vennero altre), non ci avessero messo sull'avviso di una situazione di grave anomalia.

Il tutto inizia con una serie di testimonianze ricevute ma non richieste (sapete il detto: EXCUSATIO NON PETITIA, ACCUSATIO MANIFESTA), tra l'altro in contraddizione fra di loro, e precedenti a quelli che potremmo definire senza tema di smentite: il funerale dell'infamia funerale svolto senza Camera Ardente, senza veglia di preghiera, ma abbandonati soli in una camera mortuaria senza picchetti, senza riconoscimento da parte dei familiari, senza un bacio d'addio dei genitori e senza la presenza dei genitori alla cerimonia funebre blindata (tutti sepolti nudi come vermi, sporchi, scomposti). Cerimonia svolta per terra nel cortile interno della caserma vicino ai cassoni della spazzatura nel cortile interno della caserma (come da foto e filmato allegati), Una cerimonia ad uso esclusivo dei soli addetti all'ambito militare ed a cui furono esclusi vergognosamente tutti i genitori dei militi caduti.

Questo è, e vuole essere un atto di accusa verso i massimi vertici dello Stato fra cui il Comandante in Capo e i suoi Ministri a cui ci appellammo ripetutamente, ma soprattutto verso i vertici militari responsabili di suddetta caserma, iniziando dal Gen. Gianfranco Marinelli, comandante la Brigata Julia, che avvallò questo metodo di comportamento, in seguito trasferito presso il Ministero Difesa a Roma; del comandante di Reggimento Col. Paolo Plazzotta (subito dopo prematuramente pensionato, ma promosso), attore e regista, e forse qualcosa di più in questa vicenda, compreso il comandante di Battaglione Franco Primicjeri che invitò il Reggimento a dimenticare questo episodio luttuoso;
e sicuramente ci fu la collaborazione di tutto lo Stato Maggiore della Feruglio, che si rese complice nella congiura del silenzio e nell'occultare la verità imprimendo così una precisa direzione alle stesse indagini che furono chiuse nel giro di pochissime ore, con la scomparsa dell'unico teste chiave:
tal Mirsad Cekic, autista dell'autoarticolato coinvolto in questo strano incidente, un giovanissimo bosniaco di 24 anni che si esprime solo in tedesco, interrogato grazie alla collaborazione per la traduzione, di un infermiere dell'Ospedale di Gemona del Friuli, improvvisato interprete, ma al Cekic non vengono eseguiti nemmeno i più elementari esami per appurare se vi fosse presenza di alcol nel sangue, avendo egli stesso dichiarato di aver cenato poco prima, dopo di che nonostante fosse un teste chiave, scomparve dalla scena e non se ne seppe più nulla;
ed infine il dissequestro dell'autoarticolato in soli nove giorni dalla strage con cinque morti (quattro militari più una donna civile mai citata), senza perizie o quant'altro.
La stessa Procura militare di Padova non aprì mai un fascicolo e tacque nonostante lo scoppio dichiarato e messo a verbale!

E l'omertà dei vertici militari con la complicità delle Istituzioni continua. (abbiamo testimoni).
Anche la nostra odissea della ricerca di giustizia e dignità per nostro figlio continua......


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