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IL MISFATTO
  

Battesimo in uniforme nel Duomo di Tolmezzo
  
 
Al momento dolore e lacrime ci impedisconoogni chiarimento e considerazione, ma in seguito ci chiediamo perché questo oltraggio alla memoria di questi ragazzi e perché le autorità militari hanno permesso anche questo oltraggio al Tricolore? Inoltre ci chiediamo come è stato possibile questo scambio truffaldino delle auto funebri con volgari furgoncini nonostante la presenza di quattro ufficiali di Scorta (uno per auto) e ciò nel bel mezzo della strada?

Spinti dal desiderio di verità chiediamo ed otteniamo copia del contratto di appalto; scoprendo così non solo una grave truffa ai danni dello Stato che ha pagato per buono un servizio cattivo e oltraggioso, ma scopriamo anche che a partecipare alla Gara di Appalto per il servizio funebre e il trasporto ai luoghi d'origine dei quattro Alpini, ad aggiudicarsela non è il sig, Giuseppe Calabrese, titolare della Impresa di Pompe Funebri "Amadeus" di Osoppo;
personaggio con precedenti penali, inquisito e condannato per reati vari (si allega copie di giornali che ne riportano la notizia e relative condanne e a rigor di legge non poteva neanche partecipava alla Gara) e ciò presentando (pare) offerta superiore ad altro concorrente (tanto da far supporre una turbativa d'Asta e che il racket del caro estinto sia entrato in caserma) e per non smentire la propria fama di truffatore scambia i quattro carri funebri "Mercedes" con due furgoncini (allego copia del contratto e copia di fac-simile dei furgoni) sotto lo sguardo (compiacente?) degli ufficiali della Scorta che lasciano fare. E' forse in tale operazione che si scambiano i cappelli nonostante fossero fortemente contrassegnati con i rispettivi nomi dei quattro defunti, tanto che il cappello di Bergonzini di Modena finisce a Taranto e quello di Lombardo di Taranto finisce a Modena.

Sembra una sciocchezza; ma è in questo modo, superficiale, negligente e carico di indifferenza che è stata gestita tutta questa vicenda drammatica e crudele.

Solo un mese dopo, in occasione di una Messa in suffragio, celebrata nella caserma di Venzone è stato possibile ai genitori di riportare al posto giusto i due cappelli; non tanto per i cappelli in se, ma per tutto quello che essi rappresentano.

Sabato 13 giugno, celebriamo a Milano i funerali religiosi partendo dalla nostra abitazione. In questa occasione è presente un Picchetto d'Onore (otto uomini) mandato dalla Caserma Feruglio, comandato dal s.ten. Luigi Usai, della 6° Compagnia, la stessa di nostro figlio. Anch'egli, anche se non richiesto ci comunica di aver rivestito personalmente con l'uniforme nostro figlio (ancora una volta una menzogna e i dubbi crescono). Infatti qualche tempo dopo, recandoci come ogni mese a Ospedaletto di Gemona, per depositare dei fiori sul luogo dell'incidente, dove oggi sorge un Cippo consacrato, un ufficiale della stessa caserma di passaggio, ci confessa che i ragazzi sono sicuramente nudi e forse le uniformi le hanno ripiegate sui piedi (scopriamo in seguito che......)

Martedì 13 ottobre '98, dopo innumerevoli e insistenti richieste otteniamo dal Cappellano don Tiziano Sterli, n° 2 video-cassette, la 1° è della cerimonia del Battesimo, Cresima e Prima Comunione avvenuta giovedì 4 giugno 98 (solo cinque giorni prima della Sua tragica scomparsa in uniforme nel Duomo di Tolmezzo. Nella 2° video-cassetta vi è registratia la cerimonia del funerale militare all'interno della caserma Feruglio, e dove raccogliamo una serie di importanti testimonianze, come ad esempio: il comandante del Reggimento che nonostante la tristissima cerimonia, in maniche di camicia parlotta distrattamente con un collega. Il Gen. Marinelli non si preoccupa dell'assenza evidente dei familiari dei caduti e pronuncia un banalissimo discorso, ma la chicca la offre don Carmelo Giaccone che nella omelia funebre, al Reggimento schierato, invita a dimenticare questi quattro sfortunati commilitoni. Tutto ciò e altro ancoira è la conferma di quanto fu fatto anche dal Col. Franco Primicjeri comandante di Battaglione, per quanto ci fu riferito.

Ma qualcuno è andato oltre; perchè in seguito l'invito di dimenticare fu fatto a noi personalmente ed in maniera meno ortodossa; dato che la parola d'ordine in questa vicenda è sempre stata: dimenticate questa storia.

Martedì 8 dicembre 98, colti da dubbi e sospetti circa notizie raccolte in loco a Ospedaletto, secondo cui uno dei militi fosse rimasto privo di una mano, mano che pare non sia stata ritrovata in quanto non furono utilizzate nemmeno le unità cinofili di cui la Protezione Civile vanta il possesso. Ciò ci spinge a presentarci alla Procura di Tolmezzo e chiedere di vedere le foto che sicuramente sono state fatte a seguito dell'incidente alle salme, ed ottenerne una copia. Scopriamo così la grande menzogna di cui siamo stati vittime: NOSTRO FIGLIO E' PRESSOCCHE' INTEGRO, altro che a pezzi. Quindi, se lavato e ricomposto civilmente e cristianamente, come Gli era dovuto, anche un bimbo avrebbe potuto vederlo, riconoscerlo, nonché dargli un ultimo bacio d'addio. Tutto ciò a noi fu negato!



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