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L'ITALIA DEI MISTERI E DEI SOSPETTI
  

Dissequestro (vedere pag.2 ISTANZE)
  
 
ALPINI MORTI A GEMONA: UN ALTRO CASO USTICA?
Da indagini svolte nel tentativo di fare chiarezza sulla improvvisa e tragica scomparsa del nostro unico figlio e sconcertati dall'indifferenza delle Istituzioni, e dall'ostruzionismo di una certa magistratura; sia ordinaria che militare, dalle menzogne e dai tanti misteri con cui ci siamo scontrati in questi mesi di indagini, da sospettare che per i quattro Alpini deceduti a Ospedaletto di Gemona del Friuli il 9 giugno 1998 non fosse veramente un nuovo Caso Ustica.
La domanda immediata e spontanea è: Perchè tante menzogne e sotterfugi? Cosa vi era da nascondere? Perchè tanta fretta di chiudere e archiviare senza un minimo di indagini, come la semplice perizia sull'autoarticolato coinvolto e dissequestrato in soli nove giorni? Quale significato dobbiamo attribuire all'espressione a noi riportata: non deve filtrare assolutamente niente; ordine del Ministero!? E perchè per quasi tre anni ci è stato impedito dalla magistratura di fare chiarezza sulla identità della salma che ci è stata recapitata? Inoltre perchè dopo quasi cinque anni non riusciamo ancora ad ottenere una risposta ai nostri tanti appelli inviati a tutti i componenti della classe politica italiana o una seria sentenza che faccia giustizia? Quanto di tutto ciò è opera del SISMI? E soprattutto, chi si è voluto coprire o favorire?


QUATTRO VALIDE RAGIONI PER SOSPETTARE; ANZI CINQUE! FORSE ANCHE SEI!
1°) Come già accertato, i quattro Alpini non avevano alcuna fretta di rientrare in caserma, quindi perchè lo stavano facendo con due ore di anticipo sullo orario previsto da regolamento? Che non fosse stato Loro affidato qualche incarico fuori ordinanza? Ma ciò chiariremo più avanti.
Fu lungo il breve percorso verso la caserma a bordo della Peugeot 205 guidata dallo stesso proprietario l'Alpino Bergonzini che pur avendo sorpassato la Fiat Tipo su cui viaggiavano gli altri cinque Loro commilitoni in una ampia curva destrosa, erano regolarmente rientrati sul lungo ed ampio rettilineo. Duplice testimonianza (poco ortodossa e fotocopia) di due giovani che precedevano a bordo di una Renault Clio avrebbero visto i militari sbandare ed occupare la corsia opposta da dove arrivava un autoarticolato austriaco guidato da un giovane bosniaco.
DOMANDA: Come fecero questi a vedere tutto trovandosi davanti, di notte in un tratto totalmente buio ed in curva? Forse dallo specchietto retrovisore rischiando così di uscire di strada in curva? E perchè fu spostata la Clio (anche ciò è a verbale) prima del'arrivo della Polizia alterando così la scena del disastro.
2°) Altra testimonianza: I quattro militari passarono la serata (solo due ore), mangiando bruschette e bevendo bibite analcoliche. Inoltre dalla versione ufficiale risulta che solo nove militari a bordo di due auto fossero coinvolti in questo strano incidente, ma viene celato, sempre da testimonianze raccolte in loco, che vi era una terza auto Opel GS di probabile colore bianca o comunque chiara con probabili tre persone a bordo, che partì insieme alle prime due. Chi erano codeste persone? Forse ufficiali? Sottufficiali? (abbiamo foto che documentano situazioni analoghe) Erano magari questi coinvolti in un tentativo, magari per gioco, di impedire il rientro dal sorpasso, o impedire lo stesso sorpasso e quindi la frenata, lo sbandamento e la strage? Oppure ancora peggio in un più plausibile gioco pericoloso, questi gettarono proprio loro una bomba a mano all'interno della Peugeot 205? Dopodicché la fuga verso la caserma trovando coperture e complicità dei superiori?
A chi si riferiva il col. Paolo Plazzotta quando alle ore due della notte, o meglio del mattino di mercoledì 10 giugno 98 sul luogo della strage, inveiva come uno scaricatore: e io adesso che c.... dico ai Carabinieri, che eravate ubriachi fradici? Non certo ai nove militi che da testimonianze raccolte non avevano assolutamente bevuto! Allora chi erano gli ubriachi? Forse proprio i misteriosi tre di grado superiore coinvolti ed in seguito coperti e protetti? Evento che era già successo in passato e di cui anche noi si conosce il nome. E se questi fatti fossero esatti, è evidente che vi sia stato un grave concorso di colpa in strage di probabili ignoti e in complicità di probabili noti. Ma ciò che balza agli occhi per stranezza e incongruenza è: se si sospettava uno stato di ubriachezza, perchè non fu eseguita autopsia a nessuno e tanto meno al guidatore della Peugeot 205? Forse perchè ubriaco era proprio il col. Paolo Plazzotta? (i tratti somatici del beone li aveva tutti). E il gen. Gianfranco Marinelli (in seguito promosso) quale e quanto ruolo ha avuto in tutto ciò? E dato che sapeva perchè ha taciuto?
3°) Altra inquietante ipotesi,che tutti, o solo uno, magari il Bergonzini proprietario dell'auto, abbia o abbiano visto o udito qualcosa che non dovevano vedere o sentire, e per questo eliminati? Infatti non era né difficile né impossibile per degli esperti quali erano in quella caserma, considerata il fiore all'occhiello per la massima efficienza ed operatività; e chiunque sapeva esattamente del lavoro e orari obbligati (potevano uscire solo dopo le 20,30) quindi facilmente individuabili sia per orari che per compagnia. Inoltre essendo in possesso di un tipo di auto di comune utilizzo; in questo caso, se un congegno esplosivo fosse stato piazzato nell'auto che forza maggiore dovevano utilizzare, non avendo a disposizione altri mezzi di trasporto, tipo autobus del servizio pubblico o autobus navetta dell'esercito, bastava un telecomando o una frenata perchè esplodesse, esattamente come infatti è avvenuto. Magari l'obiettivo era qualcun altro possessore di un'auto simile. Infatti erano numerose le auto Peugeot 205 nell'immenso parcheggio esterno della caserma, auto molto comune fra i giovani.
Domanda: che i nostri figli siano stati eliminati per errore al posto di qualcun altro?

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